La multidisciplinarietà del giorno d’oggi ha fatto fare passi in avanti sia alla bici da corsa che alla mountain bike mescolando tecniche, strategie e  caratteristiche di entrambi i settori – strada e fuoristrada – fino ad ottenere miglioramenti significativi partendo da un presupposto di preparazione più variegato e polivalente.

 

Se alcuni anni fa gli stradisti guardavano un po’ con aria snob i bikers, hanno recentemente dovuto ricredersi ed imparare qualcosa da loro per quel che riguarda la salita. È noto infatti che l’abitudine dei bikers ad affrontare salite di percentuale veramente ardua li rende estremamente forti nelle ascese, e capire il perché traendone spunto è fonte di miglioramento anche per gli stradisti.

Daccordi - SALITA: UN OSTACOLO SUPERABILE PER IL CICLISTA

Può la tecnica portare ad un miglioramento in un contesto di puro rapporto peso – potenza come l’andare in salita? Forse qualcosa può fare. Per esempio: sapete che è stato dimostrato scientificamente quanto influisce il fattore concentrazione? Ebbene sì: mediamente il ciclista concentrato sulla propria pedalata ha 4 battiti in meno al minuto.

Questa è una bella differenza se pensate a tutti i test vari che si fanno per calcolare la soglia anaerobica, e poi “semplicemente” con una capacità mentale si ottiene un vantaggio così considerevole!

 

La posizione in bici in salita: lo stradista non la modifica. Il biker si sposta 1 centimetro più avanti sulla sella, per bilanciare il peso e riposizionare l’asse di pedalata. Provateci anche voi, stradisti, scommetto che ne ricaverete beneficio.

Altra posizione derivata dal mountain bike sono le braccia a gomito basso con polso girato verso il basso; guardate i biker, e poi andatevi a cercare un video di uno che di salite ne capiva, un certo Marco Pantani, e fate un paio di confronti …

pantani salita

Abbiamo menzionato un grande scalatore, ed allora potrete sicuramente obiettare che tutti i grandi scalatori pedalano molto in piedi sui pedali. E’ vero è una caratteristica degli atleti più leggeri, che avendo meno massa muscolare sfruttano il più possibile il proprio peso per dare più forza ai pedali.

Queste sono le caratteristiche personali, è il bello del ciclismo, ma a meno che voi non pesiate meno di 60 kg e siate degli scalatori puri, mantenere una posizione raccolta sulla bici, seduti, evitando sprechi di energia con movimenti del busto o delle spalle, vi porterà sicuramente beneficio, soprattutto sulle salite più lunghe.

Considerato che ogni movimento superfluo alza i battiti del cuore, e quindi porta a spendere di più. Se siete acuti osservatori, avrete notato che i ciclisti professionisti in salita sono perfettamente fermi, addirittura se devono guardare ai lati della strada non girano nemmeno la testa, ma spostano solamente gli occhi. Tutto è finalizzato alla prestazione, e la prestazione richiede calma e concentrazione.

 

Suddividiamo ora le tipologie di salita in quattro grandi famiglie: per primo lo strappo, ovvero un’asperità che può andare dai 500 metri ai 2 chilometri di lunghezza. Questa tipologia di difficoltà non è adatta agli scalatori, anzi spesso un velocista ci si destreggia meglio. Il peso non conta, perché va affrontata di potenza: in piedi sui pedali, rapporto abbastanza lungo, cercando di mantenere la velocità acquisita in pianura. Lo sforzo durerà 4 minuti, massimo 5, interviene quindi il metabolismo anaerobico, ed il risparmi energetico non conta.

Seconda categoria è la salitella: quella distanza media, dai 2 ai 5 km, che fa male, perché la velocità deve essere sostenuta ma bisogna tenere duro fino in cima. Inutile prenderla piano, si perderebbe troppo tempo, ma qui la concentrazione diventa fondamentale. La durata ci porta infatti a lavorare ai margini della soglia anaerobica.

Terza famiglia, la salita vera, quella di 10, 12 km dove lo scalatore si esalta. Qui tutto è prezioso: concentrazione, posizione in sella, limitazione dei movimenti superflui. E’ chiaro che qui la leggerezza la fa da padrone, ma se anche non siete delle piume potete cercare di limitare i danni con la forza della mente. Ultima famiglia, i passi. Quelli da 20 o 30 km che si incontrano spesso sulle Alpi.

Qui c’è poco da dire, ci vogliono i Campioni!

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