Siamo consci di entrare in un campo minato, ma da specialisti del settore ci sentiamo in dovere di sfatare alcuni luoghi comuni formatisi nel corso del tempo riguardo alle “donne in bicicletta”. Pregiudizi che nascono in ambienti maschili e nonostante ciò le ragazze che iniziano a praticare ciclismo sono in aumento esponenziale in tutto il Mondo.

LE COSCE GROSSE

Le donne che praticano ciclismo hanno le cosce grosse! Convinte, di questo errato pensiero, molte mamme  limitano l’accesso  alle figlie alla bicicletta. Questa credenza comune è – in fatto di veridicità – pari solamente alla credenza della Terra piatta. Al di là dei valori estetici personali – noi da Italiani veri non crediamo nella bellezza anoressica proposta dai mass media  Per ottenere un incremento della massa muscolare dobbiamo andare a lavorare sulla forza pura, questo sia nelle femmine che nei maschi. Le donne possiedono già naturalmente delle fibre muscolari nelle cosce superiori come qualità a quelle dell’uomo, che però producono meno forza a causa della condizione ormonale. Per contrastare questa perdita di forza dovuta dalla mancanza (non totale) di testosterone, è vero che le donne devono seguire piani di allenamento più basati sulla forza di quelli che segue un atleta maschio, ma è altrettanto vero che si sta parlando di uno sport prevalentemente aerobico, dove le qualità principali per emergere sono la resistenza, sia essa generale che specifica ad un determinato sforzo, la potenza – da non confondere con la forza: la potenza si ottiene moltiplicando la forza con la velocità – e la tattica. E’ così improbabile che nel ciclismo su strada o fuoristrada si sviluppino grandi masse muscolari quanto si possano sviluppare in altri sport di resistenza come la corsa a piedi, lo sci da fondo o la marcia. L’unica eccezione viene data dal ciclismo su pista e dal BMX, dove si lavora su sforzi brevi che richiedono grande forza e grande potenza.

Quali sono allora gli sport che sviluppano la massa muscolare, oltre ovviamente al body building? Sicuramente la pallavolo, dove si lavora sulla forza esplosiva per i salti, ma anche in certi tipi di danza. Un notevole lavoro sulla forza di gambe si ha poi nel canottaggio, ma anche nell’equitazione o nello sci alpino, solo per fare qualche esempio.

 

LA POSIZIONE IN SELLA

Mi rivolgo alle donne cicliste: dite la verità, tutti gli uomini ciclisti che conoscete vogliono darvi istruzioni su come andare in bici, come cambiare, come stare seduti sulla bici. E’ un comportamento comune. E nessuno di questi uomini tiene conto che ci sono delle diversità fisiche e antropometriche.

Le donne hanno in proporzione le gambe più lunghe, ma busto e braccia più corte. Ne consegue che una bici da donna avrà una buona altezza sella, spesso paragonabile a quella di un uomo, ma sarà molto più corta, e con un manubrio più alto. Non ascoltate i pareri degli altri, dovete sentirvi voi a vostro agio sulla bicicletta.

Altra considerazione, importantissima: oltre l’80% delle donne ha la tendenza a sedersi nella parte posteriore della sella. Questo comporta delle modifiche alla bici: la sella dovrà essere più avanzata, e la lunghezza generale ancora inferiore.

 

 

IL CICLISMO NON E’ UNO SPORT FEMMINILE

Potremmo stare ore a discutere su cosa sia femminile o meno, ma ci limiteremo a pochi pensieri: decenni fa anche andare a cavallo era considerato sport prettamente maschile. Poi sono è stato concesso di cavalcare anche alle donne, ma esclusivamente all’amazzone. Le poche donne che cavalcavano come gli uomini, facevano scalpore. Oggi invece l’equitazione è considerato uno sport molto femminile.

A noi vedere donne in bici piace. La bici è sinonimo di libertà. Forse chi è contrario al ciclismo femminile è – sotto sotto – un pochino contrario a dare troppa libertà alle donne?

 

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