Non volevo commentare… ma.
Non volevo intervenire nella discussione esplosa dopo l’incredibile vittoria di Powless alla Dwars door Vlaanderen.
Si è detto tutto, e forse anche troppo.
Siamo passati da un’analisi tecnica a un vero e proprio tifo da stadio, con fazioni contrapposte tra chi accusa Van Aert e chi invece lo difende a spada tratta. Il tutto alimentato da “grandi nomi” corsi in suo soccorso, probabilmente spinti dall’affetto personale o dal rispetto verso un corridore straordinario.
Il punto, però, è che questa non è solo una questione di cuore o simpatia. È una questione puramente tecnica. E anche piuttosto evidente.
Purtroppo, molti di coloro che hanno preso posizione – che si tratti di figure autorevoli del ciclismo o di chi ancora corre – sembrano aver dimenticato alcuni dettagli fondamentali che rendono quella della Visma Lease a Bike una delle più clamorose débâcle tattiche degli ultimi tempi.
Primo errore: la volata.
Mettiamo pure che Van Aert volesse giocarsela in volata. Già questo è discutibile.
Un mio vecchio direttore sportivo ripeteva sempre: “Se arrivi alla volata, hai già perso.” Non perché io fossi particolarmente lento allo sprint, ma perché in 15 secondi ti giochi tutto: una buca, un salto di catena, una sportellata sbagliata. Se puoi vincere prima, devi farlo.
Secondo errore: dov’è il buco?
Avete mai sentito parlare del “buco”? È quella piccola astuzia che anche gli Allievi a 15 anni imparano: lasci un leggero spazio tra te e il tuo capitano, sfruttando una curva, una strettoia o semplicemente rallentando di pochi watt, costringendo l’avversario a colmare il vuoto. Alla Dwars door Vlaanderen 2025, nessuno dei tre Visma ha avuto la lucidità o la freddezza per farlo. Nemmeno all’ultima curva. Zero.
Terzo errore: mancanza di fantasia tattica.
Con un 3 contro 1, puoi giocare di scatti e controscatti come vuoi. Se Van Aert era l’uomo su cui puntare, bastava un minimo di astuzia: uno tira, uno attacca, l’altro controlla, e il capitano riparte nel momento giusto. Non serve una laurea in ingegneria aerospaziale: serve visione, freddezza, esperienza. Tutte qualità che, purtroppo, non si sono viste.
Il risultato?
Non solo una sconfitta tecnica, ma anche un danno d’immagine per la squadra, che io, fossi stato il DS, non avrei mai rischiato di correre.
Quindi no, non capisco i colpevolisti che puntano tutto su Van Aert: non ha perso da solo.
E non capisco nemmeno chi difende la squadra in nome della “priorità del capitano”: la priorità ci sta, certo, ma non a discapito della logica e dell’efficacia.