“Non permetteremo che un paese di ciclisti interrompa il nostro cammino”

Questa è la striscia pubblicitaria, dalla casa automobilistica Volskwagen, apparsa alla partita di calcio Francia – Olanda del 31 Agosto 2017.

VOLKSWAGEN, IL POPOLO DEI CICLISTI NON TI SCUSA - Daccordi Cicli

E’ chiaro che negli intenti dei responsabili marketing della Volkswagen la scritta volesse essere una sorta di battuta, dove il Paese dei Ciclisti è l’Olanda, mentre la strada bloccata è quella della Francia verso le qualificazioni per il Mondiale di Russia. Ma noi, ciclisti di ogni dove, non possiamo accettare la battuta e tantomeno le scuse della Volkswagen divisione France, ed ora vi spieghiamo i nostri perché:

VOLKSWAGEN, IL POPOLO DEI CICLISTI NON TI SCUSA - Daccordi Cicli

La “battuta” che doveva essere ironica nella mente dei pubblicitari prima di tutto proviene da un pulpito che dovrebbe stare molto attento a come si muove. Il gruppo Internazionale tedesco è stato al centro dello scandalo Dieselgate in merito alle Emissioni Truccate, che vede tuttora diversi processi aperti in America e non solo. Se già anni fa era stata contestata per aver dichiarato potenze del motore fasulle sui modelli Golf della serie III, l’ultimo caso è stato ben più grave mettendo la Volkswagen sul piano sia di truffa al consumatore che di danno ambientale. E parlare quindi del mezzo più ecologico di tutti – la bicicletta – con queste premesse è quanto meno scomodo.

Ma la “battuta” della Volkswagen ha un altro lato negativo, arriva infatti in un periodo storico molto particolare dove stiamo vivendo un brutale aumento degli incidenti mortali dei ciclisti da parte di automobilisti indisciplinati e disattenti. Ricordiamo solo i più recenti incidenti dove sono stati uccisi nomi famosi come il ciclista professionista Michele Scarponi, il motociclista – ciclista Nicky Haiden. La strage continua nel mondo delle due ruote a motori: poche settimane fa è morto l’ex campione del Mondo di motociclismo Angel Nieto, ed è stato anche ucciso nello stesso modo il figlio di un altro ex-campione del Mondo di motociclismo, Lucchinelli, sempre sulla strada. Insomma, un tempismo veramente poco azzeccato di una casa automobilistica per battute sarcastiche sulle biciclette.

Vorremmo finire dando invece un consiglio, a questi specialisti di marketing delle case automobilistiche, che evidentemente non possiedono nemmeno una bici. Se volete fare una campagna Green, fate promozione alla sicurezza di chi è più debole per strada. Una volta esistevano le stelline Euroncap, che premiavano le auto in grado di assorbire meglio gli urti contro pedoni e ciclisti. Poi sono comparsi i Suv e la ragione della vendita di questi ultimi ha nettamente prevalso e di stelline Euroncap praticamente non si è più parlato, visto che i Suv mirano palesemente a proteggere il solo automobilista. Le campagne di sensibilizzazione sui pericoli della strada sono offerte dal Governo. Eppure proprio le aziende automobilistiche hanno percepito molto denaro, in periodo di crisi, per rilanciarsi e non lasciare a casa operai, in una economia viziata che ha visto bene o male quasi tutti i Governi finanziare spesso anche a fondo perduto le proprie compagnie automobilistiche di bandiera, con i soldi delle nostre tasse. Perché non obbligare la Volkswagen e le altre case ad effettuare delle campagne di sensibilizzazione sugli effetti disastrosi della guida pericolosa? Perché non proporre pubblicità come quella della Heineken, che ha ingaggiato l’ex campione del Mondo di F1 Jackie Stewart per dire che non bisogna bere prima di mettersi al volante? Questo è un esempio positivo. Viva le biciclette e la birra.

 

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