Il nome “Daccordi”, sinonimo di alta qualità e Made in Italy da quasi un secolo, è assurto al ruolo brand di riferimento per due neonate categorie di amanti della bicicletta, ovvero: gli amanti del vintage, movimento che si è sviluppato sulla scia del grande successo de “l’Eroica”, la manifestazione che ha fatto sì che la nostra Toscana sia diventata il punto di riferimento Mondiale del ciclismo d’epoca e, gli amanti del singlespeed, un movimento che nasce a New York e trasforma quello che in Europa chiamiamo comunemente vintage in maniera del tutto inaspettata creando una vera e propria moda.
L’amante delle singlespeed (o Messenger bikes, come venivano chiamate agli inizi) generalmente cercano bici d’epoca per poi trasformarle con un’impronta totalmente personalizzata. Alcuni usano prodotti nuovi, derivanti dal ciclismo su pista, ma la maggior parte di questi giovani ragazzi vogliono una vera bici in acciaio old style, quindi una bici Italiana.
SINGLESPEED: UN LINGUAGGIO MONDIALE
È bellissimo vedere che questo movimento ha un linguaggio Mondiale, come fosse musica. Riceviamo e-mail e messaggi su Facebook di ragazzi di tutto il Mondo che hanno acquistato una vecchia bici Daccordi e trasformata in singlespeed. Ognuno poi vive questa cosa a modo suo: alcuni si approcciano agli eventi competitivi di massa, come quello discusso di Rio de Janeiro dove si sono riscontrate troppe cadute; alcuni usano queste bici in città, solamente per raggiungere il proprio pub preferito, come avviene a Londra; altri addobbano la vetrina del proprio negozio, o ancora abbinano la passione della bicicletta a quella della fotografia come ha fatto Mbun, ragazza Indonesiana che ha scattato queste magnifiche foto.
Apprezziamo molto il fatto che questo movimento abbia avvicinato dei giovani alla bicicletta; apprezziamo che sia un linguaggio Mondiale, e apprezziamo anche molti risultati, come per esempio queste foto o come sono state restaurate alcune bici, ma non possiamo alzare un minimo di polemica su altri risultati ottenuti sulle bici trasformate in singlespeed.
RESTAURO, TRASFORMAZIONE O DANNO?
La maggior parte di questi ragazzi infatti si approcciano al singlespeed senza avere alcuna cognizione ciclistica, ma con tanta voglia di fare. In questo senso vediamo tantissime bici d’epoca che avrebbero un valore storico se restaurate nel modo giusto. Invece, spesso, sono praticamente rovinate, degradate, perché chi ha lavorato su di esse non era a conoscenza della storia vissuta da queste bici. In altre occasioni – troppe – invece troviamo delle bici restaurate male, con verniciature belle ma non di qualità e soprattutto non attinenti all’epoca, quindi ci domandiamo: che senso ha prendere una vecchia bici e riverniciarla con un colore moderno? A questo punto sarebbe stato meglio puntare su di un mezzo nuovo.
E’ bello sviluppare un linguaggio Mondiale, anche grazie alle moderne tecnologie. Sarebbe ancora più bello se si sviluppasse un linguaggio umano fra giovani e anziani, dove un giovane ritrovasse l’umiltà di chiedere ad un vecchio meccanico se sta lavorando nel modo giusto. E’ vero che grazie al singlespeed molti giovani in tutto al Mondo hanno scoperto la bici ed hanno scoperto i marchi Italiani storici, ma è anche vero che non hanno imparato la storia del ciclismo e non sanno bene come valorizzare il mezzo in modo concorde con quelle che sono le peculiarità storiche.
Solo un esempio, per far capire a cosa mirano le nostre polemiche: abbiamo ritrovato una bici Daccordi Cinquantesimo anniversario trasformata in singlespeed. Sicuramente il proprietario non era nemmeno lontanamente a conoscenza del possibile valore di questa bici se l’avesse restaurata con dei criteri storici, anziché trasformarla in un modello a metà strada fra l’antico ed il moderno. In questo non vogliamo rimpiangere il valore economico, bensì la perdita storica subita a causa dell’ignoranza in materia di un neofita.
Ma lasciamo da parte queste polemiche e facciamo ancora un applauso allo splendido lavoro di Mbun.